Il Liceo a Torcello in uscita di accoglienza

All’inizio dell’anno abbiamo incontrato due storie: quella viva di P. Ibrahim e quella più antica di Torcello.

Padre Ibrahim ha vissuto il terribile dramma della guerra siriana e ora è impegnato per ricostruire la vita e la dignità delle persone sopravvissute al conflitto o tornate a casa dopo essere fuggite. 
Nella laguna veneta, nei difficili secoli successivi alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente le popolazione del Veneto orientale furono costrette a lasciare le loro terre per cercare rifugio dalla violenza delle invasioni barbariche. Qui inizia la storia di Torcello (come quella di Venezia), essa ci testimonia che è possibile ricostruire, e che è possibile gettare un ponte tra Oriente e Occidente.

Perché queste proposte? Volevamo fare vedere che per partire nella costruzione di qualcosa, va affermato un valore, e poi verificato; va intuito uno scopo e poi questo muove la creatività. Se invece si parte dall’analisi di tutte le cose che si hanno o no, che vanno e che non vanno, dal momento che non si posso comprendere tutte, si rischia di non partire mai, di non costruire nulla.
Se ci si ferma ad analizzare la guerra in Siria, Assad, l’Isis, gli omicidi, la povertà, i complotti internazionali, ecc, il rischio è quello di imprecare, o scappare, o bloccarsi, o peggio… e sarebbe impossibile un campo estivo con 800 bambini.
Se ci si ferma a vedere: qui c’è una palude, qui c’è melma, quattro zanzare grosse così … Venezia non sarebbe mai esistita.

Non è tanto questione di fede o di non fede, di religione o non di religione. E’ meglio non sbagliare su questo: volevamo vedere solo una chiesa? volevamo vedere solo un frate? Certo, in questi casi c’è un ideale cristiano, una fede in gioco. Ma non è solo questo il primo punto e il motivo per cui abbiamo incontrato queste storie.

Il primo punto è: è possibile non bloccarsi di fronte alle difficoltà, è possibile non dire che è sempre colpa di qualcun altro o di qualcos’altro?
Abbiamo noi un’intuizione, una cosa, un’esperienza, un amico, un argomento, un prof., un qualcosa che facendo quella, guardando quella, riparte tutto?
Troviamola. Scegliamola. Così possiamo partire per l’anno scolastico e non ci blocca la difficoltà, l’incomprensione, la paura, il voto, ecc …
Desideriamo per noi e per tutti questa ricerca, questa fantasia all’opera che è la grande alternativa al lamento o alla rabbia (che oggi sembra invece dominare ogni livello della vita individuale o sociale).

No: è qui che può ripartire tutto.