“Dite sempre grazie, ricordatevi di ringraziare sempre”
Nel messaggio per la Quaresima di quest’anno, il Papa ha auspicato “che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporali e spirituali. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. Esse ci ricordano che la nostra fede si traduce in atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo nel corpo e nello spirito e sui quali saremo giudicati: nutrirlo, visitarlo, confortarlo, educarlo”.
Anno della Misericordia, Opere di Misericordia corporali e spirituali, Quaresima, Provvidenza, … parole vuote o piene di significato? Parole che fanno parte del “vocabolario” religioso, ma un po’ astratte o che sintetizzano l’esperienza concreta di persone a noi vicine? E cosa c’entrano con lo stare a scuola? A queste domande vorrebbero rispondere gli incontri-testimonianze con persone che a queste parole hanno dato “vita”. Un piccolo contributo a guardare la realtà quotidiana con maggiore profondità, con più gratitudine per quello che si ha e più attenzione per chi è meno fortunato.
Per questo, lunedì 15 febbraio, tutte le classi della scuola media Bettini, si sono riunite in aula magna per essere introdotti da don Lucio Guizzo, parroco degli Eremitani, alle opere di misericordia corporali e spirituali, attraverso la testimonianza di un suo amico carcerato cinese, battezzato lo scorso anno, che ha partecipato alla presentazione del libro – intervista “Il nome di Dio è misericordia” di Papa Francesco.
“Dar da mangiare agli affamati e da bere agli assetati”
Giovedì 25 febbraio, tutti gli alunni del Bettini si sono nuovamente riuniti in aula magna per incontrare un’ospite speciale, suor Lia Gianesello, religiosa elisabettina e responsabile delle Cucine Popolari di Padova, fondate nel lontano 1883.
Il luogo in cui suor Lia opera non offre solo un servizio mensa per i più bisognosi, ma anche l’uso di servizi igienici e la consulenza gratuita di un medico.
Suor Lia, che ha anche scritto un pezzo importante dell’Istituto Bettini essendo stata insegnante nella scuola primaria per ben dieci anni, ci ha raccontato delle sue giornate fra i più bisognosi e di alcuni episodi significativi durante questi anni di operato.
La realtà si rende evidente nell’esperienza, ci ripetiamo spesso: questi due piccoli incontri ci hanno fatto ritornare sui banchi di scuola o a casa desiderosi di paragonarci con quanto ascoltato.
Ecco alcuni spunti di riflessione raccolti dagli appunti degli alunni:
“Suor Lia ha raccontato innanzitutto di come le cucine popolari accolgano tutti, poiché tutti siamo figli di Dio, cosa che forse non è semplice da immaginare per chiunque. In questa sua missione lei si affida totalmente alla provvidenza di Dio e alla nostra e ha invitato tutti noi a sostenere questa esperienza”.
“Ma la cosa che più mi ha molto colpito è stato quando ha raccontato di alcune persone molto povere che, in cerca di un riparo dal freddo, avevano trovato rifugio nei cassonetti della spazzatura. Non è riuscita a far finta di non averli visti: non avevano una casa dove abitare e lei, senza esitare, ha cominciato a pensare a come poter offrire loro un riparo e un pasto caldo. Dinanzi ad episodi come questo, suor Lia non ha mai chiuso un occhio, ma ha sempre reagito, affidandosi a Dio e offrendo tutta la sua operosità”.
“A volte non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati ad avere tante cose che a noi sembrano scontate, banali, come il mangiare, bere, poterci lavare…spesso ci lamentiamo nonostante possediamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Pensare che, proprio qualche giorno fa mi sono lamentata perché ho trovato freddi i vestiti che avevo poggiato sul termosifone, qualcuno lo aveva spento…ecco, questa cosa mi ha aperto gli occhi. Tutto è un grande dono che ci ha fatto Dio e la cosa più importante è imparare a ringraziare per ciò che ci è dato”.
“E’ incredibile come suor Lia abbia servito i più bisognosi per tutta la sua vita, come sia disponibile sempre per questi poveri chiedendo in cambio così poco. Traspare il suo piacere di aiutare gli altri e sembra addirittura che non faccia fatica in questo suo grande lavoro. Questo mi fa capire che donando si riceve qualcosa in cambio, in questo caso la loro gratitudine”.
Le Cucine Popolari vivono della Provvidenza e suor Lia l’ha spiegata ai ragazzi con un esempio molto semplice: “La mattina decidiamo noi di “esserci”, oppure… ci diamo noi il sole? Ecco la Provvidenza è proprio questo…avere il necessario perché ci viene gratuitamente donato da qualcuno. Sempre. Ricordatevi di dire sempre grazie, di ringraziare sempre”.
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