San Francesco al Liceo

Mercoledì 17 gennaio Agnese Fasitta di classe seconda ha invitato due ospiti durante le ore del corso opzionale di Francese: due frati francescani conventuali francesi che oggi studiano alla Facoltà teologica di via San Massimo.

Questo il suo breve racconto.

Ieri sono venuti a scuola due frati francescani conventuali di origine francese: Jérémie e Thierry. Ho conosciuto Jérémie perché ha prestato per due anni servizio in una parrocchia della mia unità pastorale, mentre Thierry, che è amico di Jérémie, l’ho conosciuto successivamente ad un campo estivo in Francia. Li ho invitati a scuola per perché mi aveva colpito la loro esperienza e volevo che la venissero a raccontare ai miei compagni durante l’ora di Francese, in modo da fare anche conversazione in lingua.

Dopo le rispettive presentazioni ci hanno raccontato in che modo sono diventati frati. Jérémie, dopo aver smesso di frequentare gli Scout e di fare il chierichetto a 14 anni, si è dedicato solamente alla sua passione: il surf. In seguito poi è diventato deejay. Dopo non aver potuto partecipare alla gara nazionale di surf, però, ha capito che Dio lo chiamava e che non era solo qualcosa di immaginario, che sta sopra di noi, ma una presenza vera. Così si è avvicinato ai frati di Cholet. Thierry invece, sorpreso da come i suoi fratelli tornavano dai campi con i frati, ha deciso di parteciparvi anche lui e durante uno di questi ha fatto esperienze che lo hanno segnato. Dopo aver abbandonato la chiesa durante l’adolescenza, da giovane voleva andare a studiare in Svizzera per diventare ingegnere. Ma dopo un anno, un suo amico gli ha proposto di recitare il rosario, cosa che non faceva da molto, e così si è avvicinato di nuovo alla fede e anche lui ha incontrato i frati di Cholet. 

Da questi racconti si sono scatenate le nostre domande cui hanno risposto (sempre in lingua). Cosa ne pensate del terrorismo e come avete reagito di fronte agli attentati di Parigi? Cosa pensate degli italiani e che differenze ci sono tra l’Italia e la Francia? Perché avete scelto di venire a studiare in Italia, quando e perché avete deciso di diventare frati Francescani? I vostri genitori sono contenti della scelta fatta? Che studi avete fatto, vi piace studiare, quali sono le vostre passioni i vostri hobby? 

Ci hanno dato risposte precise e accorate a tutto campo…da giovani a giovani. Lo studio, la musica, lo sport, l’Islam in Francia, l’importanza del greco e del latino, della lettura, i francesi…un po’ rigidi e “freddi” e gli italiani…spontanei e creativi. Tra le tante risposte bellissime eccone alcune: “Quello che si riceve da piccoli, dai propri genitori o da chi ci vuol bene, lo si ritrova da grandi, lo si apprezza e se ne è molto grati. Io ho ritrovato la gioia che vivevo da piccolo con i miei genitori”.“L’incontro con persone contente incuriosisce e fa venire voglia di andargli dietro. Gli incontri importanti sono quelli che rispondono alle domande profonde che ho”. A proposito del terrorismo hanno detto che secondo loro non è un problema di religione, ma di un modo di pensare, che portato all’estremo, porta le persone a ammazzarsi. Inoltre credono che la società di oggi non ci aiuti a rapportarci con le altre persone. 

E poi il racconto della loro giornata, del loro studio (“La chiesa ci fa studiare per tanti anni, per evitare che diciamo sciocchezze!”) e dei loro pranzi e cene. Una leggerezza, una letizia, una spontaneità davvero contagiosa! L’ora è così volata via …e non è bastata. Infatti con qualcuno il dialogo è continuato a pranzo….questa volta in italiano!!

Agnese Fasitta, classe II