LA GRANDE GUERRA: ESPERIENZA, STUDIO, INCONTRO

Lo studio della Prima guerra mondiale, uno degli argomenti più rilevanti nel piano di studi di storia nel corso dei primi mesi di classe V, quest’anno non è iniziato con la classica lezione svolta in aula. Ma tutto è cominciato sabato 21 ottobre, al termine delle ore di lezione, quando i ragazzi di V sono partiti, accompagnati da alcuni docenti, per un fine settimana facoltativo sui luoghi della Grande Guerra. Mete: Rovereto (TN), dove è stato visitato il Museo della Guerra, e il Monte Nagià-Grom, nei pressi di Mori (TN), un caposaldo austro-ungarico raggiunto dopo tre ore di dura camminata e ben 600 metri di dislivello…

Il clima, se non ha favorito il reportage fotografico della giornata, ha però certamente contribuito all’immedesimazione: infreddoliti, immersi nella nebbia, sotto una pioggia leggera ma continua e insistente, gli studenti hanno potuto in parte condividere la fatica e la pena dei soldati che hanno percorso quegli stessi luoghi dove in molti hanno poi tragicamente trovato la morte.
Tornati a Padova, è stato più semplice riprendere lo studio della Grande Guerra, attraverso le lezioni e il libro di testo. Le parole erano più concrete, i discorsi più reali, le spiegazioni più vive.

Il 18 novembre, per concludere lo studio della Grande Guerra, la classe V ha avuto infine l’opportunità di incontrare il dott. Lorenzo Carlesso, ricercatore di Storia presso l’Università di Padova e autore del libro “Morte di un artigliere”. Questo saggio nasce dalla curiosità e dal desiderio di approfondire la tragica vicenda di uno dei caduti della Prima guerra mondiale, Alessandro Ruffini, il cui nome non compare sul monumento ai caduti del suo paese ma solo su una targa a Noventa Padovana. Attraverso le numerose ricerche è emersa come questo giovane artigliere venne fatto fucilare per insubordinazione dal generale Andrea Graziani durante la riorganizzazione dell’esercito nelle retrovie a seguito della disfatta di Caporetto del 24 ottobre 1917.
Il giovane artigliere infatti, marciando il 3 novembre 1917 verso Padova col suo reparto, non si era accorto della presenza del generale e non aveva tolto il sigaro dalla bocca per salutare il superiore. Per questo gesto, ritenuto irrispettoso, Graziani lo fece fucilare all’istante dai suoi carabinieri, senza processo, nonostante il tentativo di alcuni dei civili presenti di fermare l’esecuzione. Nonostante il tentativo di insabbiare subito l’incidente – Ruffini venne sepolto a Noventa Padovana in una fossa comune – vari deputati, dopo la fine della guerra, provarono ad aprire il caso cercando che si facesse giustizia, ma dopo la presa del potere da parte di Mussolini il fatto venne definitivamente archiviato e dimenticato. Ciononostante, sul muro dove era stato giustiziato il giovane, i fori dei proiettili rimasero a testimonianza di quella morte e successivamente fu fatta mettere una lapide commemorativa. Proprio tale lapide ha suscitato la curiosità del dott. Carlesso, che ha riportato alla luce il caso, approfondendolo e rimettendo in luce tutto ciò che era rimasto occultato.

Oggi, il comune di Noventa Padovana permette, a chi lo desiderasse, di firmare una petizione al fine di riabilitare il nome di Alessandro Ruffini e farlo inserire, dopo 100 anni dalla sua morte e dalla fine della guerra, nel monumento ai caduti del suo paese.
Per chi fosse interessato, il modulo è presente presso la Segreteria del Liceo.

Lorenzini Valentina – Classe V