Sabato 19 marzo i ragazzi delle classi IV quadriennale e V tradizionale hanno incontrato alcuni ex alunni, e alcuni loro compagni, che oggi frequentano o hanno da poco concluso l’università. L’incontro si colloca nelle varie iniziative di orientamento in uscita svolte quest’anno come i due incontri in preparazione ai test di ingresso e l’attività sul pensiero critico proposte in collaborazione con l’università di Padova.
Quello di sabato è stato un momento utilissimo di confronto perché le domande dei ragazzi che si affacciano all’università non riguardano solo l’indirizzo di studi, ma ben di più: i timori e le incertezze della scelta (qualcuno l’ha definita un “salto nel vuoto”), le speranze per il futuro, la fatica dello studio, il trasferimento in altre città, il tipo di amicizia che nasce quando si è grandi, e così via.
A queste domande i siti internet e gli open day delle università non rispondono, ci vogliono le esperienze, raccontate dalla viva voce di chi le sta attraversando e che restituisce la profondità della sua storia.
Ecco una sintesi di quello che ci hanno comunicato questi nostri allievi più grandi.
Scegliere grazie alle persone
Occorre farsi prestare gli occhi, è stato detto, ovvero guardarsi con gli occhi degli altri, chiedere alle persone (professori, genitori, amici) che hanno stima di te come ti vedono, per cosa ti vedono fatto. Molti parlano di dialoghi importanti che hanno determinato una scelta.
Scegliere grazie alle passioni
Una passione può rimanere tale e trasformarsi in un hobby, o può essere un elemento determinante che ti fa scegliere un percorso formativo. Va vista dentro un orizzonte più ampio. Ci vuole un’ipotesi su cui costruire un percorso, lasciando aperta la verifica di quello che fai.
Inoltre la domanda più profonda è: cosa ti piace in ciò che ti piace? Bisogna rendersi conto che ciò che si studia non è solo gli argomenti che si studiano. Ad esempio, si sottolineava, nella medicina ti piace curare l’altra persona o la ricerca medica? Se è curare la persona vi sono anche altre facoltà, se è la ricerca si può fare anche in altri ambiti, e così via.
Scegliere grazie alle cose che capitano
A farti prendere un indirizzo non sono solo i pensieri o le riflessioni, ma anche le cose che succedono come ad esempio un debito preso in una materia, un laboratorio o un incontro cui hai partecipato e che ti ha colpito. Un ex alunno raccontava di un viaggio che non gli ha permesso di fare il test di ingresso, un’altra parlava invece di un ginocchio rotto che le ha fatto lasciare la danza per la quale aveva rinunciato a frequentare un’università fuori sede. Le cose ti indirizzano. Ma questo è tutt’altro che una sfortuna, è la tua storia particolare. Per esempio anche la maturità è una cosa che capita e questa parlerà per voi.
Scegliere grazie allo studio
Lo studio deve iniziare a diventare la possibilità di entrare in ogni particolare del contenuto, perché solo così capisci se quella cosa vorresti studiarla per tutta la vita. Il punto di partenza sono le materie del liceo, ma anche i metodi suggeriti dai docenti, gli aiuti dati dai compagni. Il metodo, tra l’altro, rimarrà, mentre l’organizzazione, all’università, sarà tutta tua. Bisogna rendersi conto che ciò che si studia non è fatto solo dagli argomenti che si studiano, ma dai metodi, dal lavoro condiviso, ecc. Infine si impara a stare di fronte alle cose che non ti piacciono. Non tutti gli esami saranno appassionanti allo stesso modo, esattamente come le materie. Questa fatica si può imparare già ora. L’ultimo anno di superiori è una grandissima occasione.
Scegliere in base al lavoro futuro
Questo è un elemento forse non fondamentale. Ogni facoltà, ogni percorso ha in realtà moltissimi sbocchi, perché il lavoro non puoi sceglierlo una volta per tutte e molti lavori che verranno oggi non esistono. Si tratta quindi di allenarsi ad un lavoro futuro che richiederà molte skills, non soltanto contenuti e queste si possono acquisire facendo l’università in un certo modo, abitando lontano da casa, verificando ogni giorno cosa ti permette di andare avanti con quello che hai scelto.
Insomma, grazie a questo dialogo, abbiamo visto che la posta in gioco è molto più alta: si tratta di scegliere per costruire sé stessi, per andare alla radice di chi sono e dello scopo per cui sono al mondo. E questo si inizia a fare da oggi.
GRAZIE a tutti quelli che sono intervenuti!

