Sabato 7 ottobre 2023, genitori, alunni e docenti della Scuola Primaria Gianna Beretta Molla sono stati in visita a Mesero presso il Santuario di Santa Gianna e presso il cimitero del paese dove riposa. Il Santuario, con un altare pieno di bavaglini rosa e azzurri, donati da molte famiglie in segno di gratitudine per la nascita dei loro figli chiesti come grazia. Il cimitero, con la tomba della famiglia Molla, dove tutto è rimasto semplice e a portata di mano. La mano appoggiata di chi di noi ha voluto dire una preghiera confidente.
Abbiamo potuto rivivere la commozione profonda che sgorga dalla testimonianza di questa donna a cui è stata dedicata la nostra scuola primaria e abbiamo potuto conoscerla meglio attraverso l’incontro con due persone e stando assieme nella messa e al pranzo al sacco.
Il primo incontro. Don Paolo, parroco ottantatreenne di Mesero, ci ha detto che al matrimonio di Gianna e suo marito Pietro lui c’era e aveva fatto il chierichetto in quell’occasione. Ha così raccontato tre cose bellissime del modo di vivere di questa madre di famiglia e medico: il desiderio di avere una famiglia, l’offerta della sua vita resasi necessaria perché vivesse la sua quarta figlia e infine il suo proposito, definito a sedici anni come scelta di vita: “Voglio amare Gesù”. Proprio queste parole don Paolo ha fatto ripetere ai bambini tutti affascinati dai gesti e dal racconto di questo prete anziano, ma così giovanile. E le hanno scandite bene, urlando come sanno ben fare.
Il secondo incontro è stato con Donata Molla, nipote di Santa Gianna e prima maestra della nostra scuola, quando c’era solo una classe con sei piccoli alunni. Donata ha risposto invece alle domande dei bambini. Com’era Gianna? “Una mamma come tutte le altre, che dava pure gli sculaccioni, ma che alla fine ha rivelato come Gesù tesseva la sua vita”. Come viveva? “Una donna che gustava tutto della vita: andava a sciare, viaggiava, aveva cura nel vestire … ma che non ha esitato a donarsi, certa che chi l’aveva condotta fin lì non avrebbe abbandonato né lei né i suoi cari”. Com’era la nostra scuola tanti anni fa? “Era una scuola piccola, bastavano due aule ad ospitare tutti i bambini e io dovevo fare tutto: insegnare, pulire, cucinare. Ma che spasso, che bello sentire quanto i genitori tenevano a questa avventura che iniziavamo”.
Un bambino di quinta ha notato questo: “La cosa che mi ha colpito di più al pellegrinaggio di Gianna è stata la bellezza e la gioia della sua vita e del suo amore per gli altri”.
“Per noi genitori è stato un regalo riscoprire l’origine della scuola” ci ha detto una mamma “Conoscere la vita di Santa Gianna, di cui la scuola porta il nome: questa madre la cui fede sosteneva gli affetti famigliari, il lavoro di medico, fino a tanti piccoli gesti quotidiani e che l’ha portata a donare tutto di sé fino alla fine”. Un papà aggiungeva: “Il racconto degli inizi della scuola dalla voce di Donata, la prima maestra, ci ha davvero sorpreso per le improbabili (oggi diremmo assurde) condizioni che si dovevano affrontare. Ad esempio trovarsi la sera a cucinare il ragù per il pranzo dei bambini il giorno dopo, o andare a recuperare dei vecchi banchi negli scantinati delle sale comunali”.
E’ stato importante scoprire cosa sosteneva in quei primi anni quel gruppo di genitori tanto da spingerli in un’impresa così ardua come fondare una scuola con 6 bambini: all’origine c’era il desiderio che i loro figli potessero crescere in un luogo libero ed umano.
E’, crediamo, lo stesso desiderio che abbiamo anche noi oggi, e che vediamo continuare nella passione delle giovani maestre che hanno raccolto questa eredità.
La storia continua. Qui. Ora.




