Proponiamo in questa news una serie di interventi che ci sembrano utili per accompagnari i ragazzi alla scelta della scuola dopo la terza media.
Cominciamo con una intervista al professor Monti, Dirigente scolastico dell’ Istituto Statale d’Istruzione Superiore Mattei di Fiorenzuola D’Arda (PC).
“Certamente occorre andare a vedere di persona. Il mio consiglio è però quello di non fare gli spettatori, ma di andare armati di due o tre domande chiare in testa, possibilmente formulate pensando a quelle che potrebbero essere le difficoltà o le esigenze tipiche del proprio figlio una volta inserito in quella scuola; allora si può ascoltare tutto, ma alla luce di quelle domande, per capire, usando il proprio fiuto educativo, qual è il clima che si respira in quella scuola, quali gerarchie di valori dominano le scelte educative e le innovazioni didattiche”
clicca sul link all’articolo del sussidiario.net del 10 gennaio 2015
Vi presentiamo l’articolo della Professoressa Elena Ugolini, uscito su Avvenire del 17 dicembre 2014.
“Se dovessi dare un consiglio sintetico suggerirei di provare a rispondere a questa domanda: qual è il valore aggiunto in termini di crescita umana, culturale e professionale che quella scuola può dare a mio figlio? Solo se avremo chiare come genitori le priorità, sapremo accompagnare i figli in questa scelta.”
clicca sul link all’articolo dell’Avvenire del 17 dicembre 2014
Di seguito il contributo di Alessandro D’Avenia, professore al Collegio San Carlo di Milano e famoso scrittore.
“La cosa da capire è come fare a intercettare quei docenti che possono accompagnare il figlio al di là della materia”.
clicca sul link al contributo di Alessandro D’Avenia
Ecco il contributo di Maria Grazia Discoli, docente di italiano e latino nel Liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Milano
“Scegliere uno o, se possibile, più maestri per i figli, non è una scelta ideologica. Penso che non lo sia né per chi sceglie una scuola paritaria, né per chi sceglie una scuola statale. Tentare di identificare tali maestri, che si rivelano poi nel tempo, presumibilmente, i più importanti collaboratori per l’educazione, significa individuare quegli insegnanti che, attraverso la loro disciplina, comunicano un’esperienza sempre viva di conoscenza, non un sapere acquisito una volta per tutte, ma un’implicazione continua con il proprio materiale di studio, in un colloquio in cui si intravede l’esperienza personale. Insegnanti per cui quello che comunicano è un tutt’uno con quello che vivono. Questo fenomeno è più importante, ha più peso dal punto di vista della formazione, di ogni dichiarazione ideologica.”
clicca sul link all’articolo del sussidiario.net del 18 gennaio 2015
Il contributo di Raffaella Paggi, Preside della scuola media della Fondazione Sacro Cuore di Milano